In occasione di un giro a Castelluccio di Norcia mi sono accorto di avere un problema con l’impianto elettrico: girando il manubrio a destra la moto si spegneva. Ho subito intuito quale fosse il problema, infatti uno dei (pochissimi) difetti della ghisa è la (scarsa) qualità della guaine che rivestono i cavi elettrici e il serraggio (eccessivo) delle fascette che li sorreggono.

Tornato a casa, ho smontato il blocchetto di accensione alla ricerca del guasto. Per prima cosa ho svitato il prigioniero che tiene bloccato l’interruttore rotativo (si trova a destra del blocchetto e, se non è mai stato smontato, è coperto da ceralacca rossa, che occorre rimuovere, con la punta di un cacciavite). Tolto il prigioniero, ho sfilato verso il basso l’interruttore rotativo (che è poi il pezzo bianco collegato ai cavi elettrici, che si vede uscire dal blocco nero). Rimosso il cappuccio a pressione e aperta un po’ di guaina è apparso subito il problema: 3 cavi su 5 erano danneggiati.

Cavi del blocchetto accensione rotti

Allora ho tagliato i cavi per poter lavorare comodamente su di un banco. Quindi, servendomi di un saldatore a stagno, prima ho rimosso le vecchie saldature e i moncherini di cavo; poi mi sono servito di 5 cavi di diverso colore, ciascuno con sezione 1mmq, per rifare le saldature (si può prendere una treccia 5×1 e usare i cavi interni).

I nuovi cavi pronti per essere saldati

I colori che avevo a disposizione erano diversi da quelli originali, ma mi sono adeguato procedendo per analogia, così ho usato il blu al posto del grigio/blu, il marrone al posto del rosso, il giallo/verde al posto del verde e così via. Rimesso il cappuccio ho dovuto connettere i nuovi cavi all’impianto elettrico, così li ho saldati e ho coperto le giunture con guaina termo stringente. Nel fare questa operazione mi sono accorto che i cavi originali sono costituiti da conduttori di rame molto rigidi, mentre i nuovi hanno un numero maggiore di filamenti e sono molto più flessibili.

I nuovi cavi saldati a stagno

Ho quindi ricoperto i cavi con nastro isolante telato, specifico per elettrauto e inserito l’interruttore rotativo nella sua sede. Infine ho avvitato il prigioniero per bloccare il tutto. In definitiva, spendendo pochi euro per materiali di consumo (cavi, stagno, nastro, ecc.) e divertendomi un pomeriggio, ho risolto con il fai da te un problema potenzialmente serio.